Cosa vuoi fare nello sport? / Cosa vorresti apportare al mondo dello sport?

Personalmente credo in uno sport che sia vitale nel quotidiano della persona e della società: da un lato per i benefici della pratica sportiva nel benessere della persona, dall’altro per la capacità di unire, di creare relazioni e di promuovere stili di vita sostenibili. Pertanto il mio obiettivo è dare il mio personale contributo nel fare in modo che lo sport ogni giorno assolvi questi compiti, raggiungendo il potenziale che soprattutto in Italia appare ancora lontano.

Che attività stai svolgendo e con chi al momento?

Al momento mi occupo dell’area commerciale della Società Sportiva Romulea, storica (ma al tempo stesso proiettata nel futuro) società nel calcio dilettantistico e giovanile nazionale. Il mio impegno all’interno della Romulea si allarga anche al coordinamento dell’area comunicazione, all’organizzazione di eventi, alla responsabilità delle piattaforme digitali e delle operazioni di merchandising del club.

Quali sono stati i ruoli che hai ricoperto in questi ultimi anni?

Precedentemente ai 2 anni nella SS Romulea, dopo aver lavorato nella consulenza manageriale ho collaborato con una società per la vendita di una piattaforma digitale finalizzata all’utilizzo, nello sport, della tecnologia blockchain per il fan engagement e lavorato per la società che ha in gestione l’Ippodromo di Palermo, occupandomi dei contenuti streaming.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando ora?

Un modello per la quantificazione degli impatti delle collaborazioni commerciali tra società sportiva e azienda partner.

Obiettivo di fondo è rendere percepibile il valore aggiunto derivante dalla collaborazione con una società sportiva: da sponsor (azienda che supporta il club) a partner (azienda e club  che lavorano in simbiosi per raggiungere i rispettivi – e misurabili – obiettivi).

Hai progetti e idee da proporre?

Incontri di networking su specifiche tematiche (es. merchandising, fan infocommunications, la sostenibilità dell’evento sportivo) in cui i partecipanti, con l’ausilio di un facilitatore e in gruppi non numerosi così da favorire un dialogo con continui scambi, condividono il proprio know-how, le best practice che mettono in atto e i vincoli e le difficoltà in quell’ambito.